Calcio
Nuovo socio per l’Avezzano Calcio, imprenditore marsicano compra l’uno per cento

Avezzano – L’Avezzano Calcio ha un nuovo socio. Si tratta della Energie 2 A srl di Bruno Rosati. La società, che gestisce tutti i punti partner Enel della Marsica, acquisirà l’uno per cento del club biancoverde. La cessione di quota sarà formalizzata la prossima settimana. Lo ha reso la stessa società calcistica avezzanese. Dopo la partita contro il Cesena, il presidente Gianni Paris aveva lanciato un appello ad imprenditori e liberi professionisti della Marsica chiedendo un sostegno per la gestione della squadra. La sua richiesta è stata ben accolta da Bruno Rosati al quale va un pubblico ringraziamento del presidente Paris per il suo interessamento.
Calcio
La Plus Ultra oggi ha perso con dignità contro L’Aquila: «Peccato non giocare a casa nostra»

Gara del Girone A di Prima Categoria giocata fuori casa per entrambe le compagini avversarie. Testa a testa fra Città di L’Aquila capolista (che vince con due reti segnate, una delle quali su rigore) e Plus Ultra di Trasacco. A Pescina, controlli rigidi per 50 tifosi aquilani. «E’ stata, comunque, una bella sconfitta».
Fischio d’inizio del match puntato alle ore 15 di oggi, come da manuale. Stadio comunale di Pescina prescelto, come da manuale. Rendiconto finale, però, forse, un po’ meno da manuale. Questa, senza dubbio, era la supersfida per eccellenza, quella attesissima dalla popolazione calcistica di Trasacco, contro la prima della classe, L’Aquila. Sì, forse l’atmosfera era, in effetti, già un po’ tesa per via della questione stadio. Sì, forse tutti si aspettavano comunque la sconfitta, in casa della Plus Ultra, ma magari non così. Magari non con quel rigore dato al Primo Tempo e non con quel campo da calcio fuori le mura amiche. «Ma il bello di questo sport è anche questo: giocare contro una squadra di professionisti, – racconta il team manager trasaccano – e sentire lungo la spina dorsale il brivido salato dell’adrenalina. Sin da stamattina, ho percepito un ambiente diverso nello spogliatoio: una voglia sana di non fare brutta figura da parte dei nostri. Mi domando: cosa avrebbe significato giocare questa gara così altisonante in casa nostra, da noi, a Trasacco? Un vero peccato sfidare L’Aquila fuori casa, ma non solo per i giocatori. È stato un peccato per tutta la popolazione di Trasacco che mette sempre testa e cuore nelle sfide». Che si vinca o si perda, insomma, è la performance finale che conta e l’immagine che si dà di se stessi.
«Il risultato di oggi di 0-2 per loro, alla fine, lo giudico giusto, la partita, però, è stata sicuramente condizionata dal rigore avvenuto al Primo Tempo. Il secondo gol, invece, da fuori area, segnato dallo stesso giocatore della prima rete, il numero 10, Giuseppe Catalli, era da applauso, quindi tanto di cappello. Due episodi che hanno sancito il verdetto finale della partita. Anche se, secondo me, la squadra aquilana, proprio per la sua valenza, non ha bisogno di queste occasioni ‘arbitrali’ per vincere una gara, soprattutto in queste Categorie. Noi siamo partiti bene, concentrati e compatti; è vero: il mister ha richiesto ai ragazzi un grande sacrificio per oggi». Queste sono state, a margine della gara, le parole del team manager, Cristian Di Salvatore, della squadra di Trasacco, che ha tracciato le linee di quella che potrebbe anche, alla fine dei giochi, essere definita una ‘bella sconfitta’, visto l’avversario. «Loro erano in difficoltà nel creare occasioni. Il rigore, che a mio avviso non c’era, ha sbloccato però lo stantio 0-0 iniziale. Nonostante ciò, nel Primo Tempo, noi abbiamo anche maturato qualche occasione da gol, come una punizione che è finita appena un centimetro fuori dalla rete avversaria. A metà del Secondo Tempo, è arrivato il raddoppio da fuoriclasse che ha congelato il risultato. – dice ancora Cristian – Sapevamo che i tre punti li avrebbero guadagnati comunque, ma posso benissimo ammettere che Trasacco si è dimostrata essere una realtà che sa tenere testa in qualsiasi situazione: lo abbiamo fatto vedere oggi, contro L’Aquila, ma anche due domeniche fa, a Pizzoli». Una squadra, quindi, che non ha perso mai la grinta, anche in questa 25esima Giornata di Campionato, che ha tratteggiato una squadra Plus Ultra molto rimaneggiata: l’intera panchina, di fatti, più due giocatori in campo erano della Juniores; inoltre l’infortunio di Loreto Ippoliti – si teme uno strappo – e varie assenze pesanti sul rettangolo della battaglia, hanno caricaturato la gara odierna. «Abbiamo comunque ricevuto i complimenti da parte del Mister della squadra avversaria, perché non abbiamo sofferto tanto. L’Aquila è di un altro passo a livello fisico, al di là della tecnica, che pure c’è: si nota che i giocatori si allenano spesso; i nostri ragazzi, invece, domattina torneranno a lavorare; i loro faranno scarico, la differenza, tra noi e loro, si incontra e si incrocia tutta qua». Una partita, quella della Plus Ultra, giocata anche oggi in trasferta, a Pescina, per problemi connessi alla chiusura del campo casalingo. Una visione non facile, questa, da digerire, soprattutto perché questo ‘neo’, la squadra di Trasacco se lo porterà dietro per tutta la coda restante del Campionato. «Ci siamo allenati per venti giorni su un campo di erba sintetica duro; passare, oggi, ad un campo in erba naturale, a livello di pesantezza delle gambe, non è stato un dettaglio trascurabile. Eppure i tifosi eccoli là, sempre pronti a sostenerci, nonostante tutto. A loro, ai nostri ultras, va tutto il nostro riconoscimento come squadra e come società», afferma Di Salvatore.
Ma c’è di più: sì, perché il controllo sicurezza alla fine, con le forze dell’ordine a guardia delle tribune, è stato attivato per una 50ina di tifosi aquilani, per lo più famiglie. «Gli ultras dell’Aquila – spiega Cristian – erano 13 o 14 al massimo. Tutto ciò lo giudico molto amplificato; secondo me, è troppo. Oggi noi giocavamo contro dei professionisti: quindi, personalmente, mi sembra un’esagerazione schierare in campo questa rigidezza; sono due volte che incontriamo L’Aquila e, nonostante l’importanza della gara o il clima teso, per tutte e due le volte che c’è stato sempre un massimo rispetto da ambo le parti. Non dimentichiamoci, in fondo, che il calcio è una gioia. Potevamo giocare anche con i colori dei tifosi mescolati sulle tribune, non sarebbe comunque accaduto nulla».
Notizia a cura dell’addetta stampa Mersia Angelini
Abruzzo
AGGIUDICATI I LAVORI PER IL MANTO ERBOSO AL CAMPO DI ANTROSANO

L’assessore Crescenzo Presutti rende
noto che sono stati aggiudicati i lavori per la realizzazione del nuovo
manto erboso in erba sintetica del campo di Antrosano.
La gara, alla quale hanno partecipato 13 ditte, è stata aggiudicata alla
ditta Karintia di Avezzano con un ribasso d’asta del 23,90 per cento rispetto all’importo a base
d’asta di 476.695,64 euro.
“Sono ora in corso le verifiche delle dichiarazioni presentate in sede di
gara per procedere alla stipula del contratto”, spiega il dirigente Sergio
Pepe”i lavori inizieranno ai primi di maggio.”
Calcio
UN ANNO SENZA DAVIDE ASTORI. MARSICANEWS SI UNISCE ALL’APPELLO DEI GENITORI

I genitori di Davide Astori chiedono a tutti di “non stancarci di ricordarlo”. Sarà impossibile cari genitori di un ragazzo d’altri tempi.
Lealtà, onestà, impegno, sacrificio, solidarietà. Sembrava l’emblema dei valori che il calcio dovrebbe sempre trasmettere. Non è retorica. È pura verità. Chi lo conosceva, chi lo seguiva, non può che confermare.
Purtroppo però, le notizie, quelle più brutte, arrivano sempre quando meno te lo aspetti. Successe così un anno fa, tarda mattinata di una sin lì normale domenica che avrebbe voluto e dovuto parlare solo di calcio. Invece,esattamente un anno fa, il mondo del calcio, anzi dello sport, si sentì subito più solo: “Davide Astori è morto“. Ripeterlo 365 giorni dopo cambia di poco le sensazioni, un misto di dolore, tristezza, rabbia e smarrimento.
I medici hanno spiegato che il capitano della Fiorentina se n’è andato per una “fibrillazione ventricolare da cardiomiopatia aritmogena”, ma sono parole che soddisfano solo la curiosità scientifica, non leniscono certo il dolore. Una patologia subdola, la stessa che aveva colpito anche Morosini e Puerta e che spaventa visto che non guarda in faccia a età o forma fisica
In questo anno abbiamo visto ricordi, dediche, eventi in suo nome anche se non abbiamo visto ciò che volevamo: Davide Astori al comando della Fiorentina e, perché no, ancora in maglia azzurra. Rimangono tante domande, ancor più rimpianti. Il cuore ha tradito un ragazzo poco più che 31enne, ha mandato in cielo anche le maglie numero 13 di Fiorentina e Cagliari, ma ci ha insegnato che i campioni non sono solo quelli dei Palloni d’Oro e delle copertine.
Si può essere campioni anche con l’esempio, quello che raccontano Pioli e la squadra viola ogni giorno che passa, con la semplicità, insita nella compostezza della compagna Francesca nell’affrontare il lutto e nel proteggere la figlia Vittoria, e con la lealtà, quella che gli riconoscono compagni e avversari con le lacrime agli occhi, un anno fa come ieri al 13′ minuto di Atalanta-Fiorentina.
Insomma, si può essere Davide Astori ogni giorno. Anche non facendo i calciatori. Anche rinunciando alle prime pagine. Anche se lui non c’è più. Ma solo così sarà come se fosse ancora con noi.
F.to Mirko Marchione
Calcio
Chiusura stadio Leo Attili, l’opposizione: “Da Giovagnorio anni di bugie”

In merito all’ordinanza di chiusura dello storico stadio “Leo Attili” di Tagliacozzo, disposta dal Sindaco, i consiglieri comunali Vincenzo Montelisciani e Romana Rubeo esprimono dubbi sulla necessità e sulla opportunità di questa drastica iniziativa.
“Nei prossimi giorni approfondiremo la questione prendendo visione di tutta la documentazione ricevuta e prodotta dal Comune. Già oggi però siamo nelle condizioni di esprimere più di qualche fondata perplessità sull’atteggiamento e sulle scelte politiche che hanno portato fin qui. Non è possibile, infatti, declamare in ogni occasione l’autonomia della maggioranza e il suo potere di esprimere una linea politica, per poi trincerarsi dietro i tecnicismi e il qualunquismo quando una decisione genera imbarazzi e malcontento.
Ci chiediamo se quello che dispone la chiusura del Leo Attili perché manca un certificato sia lo stesso Sindaco che ha organizzato una mostra aperta al pubblico nello stabile diroccato della vecchia piscina comunale, senza uscite di sicurezza né pavimento, con cavi elettrici scoperti e ferri che spuntavano fuori dai muri; lo stesso sindaco che in quella mostra, che si svolgeva in un locale che peraltro risultava senza bagni, senza la messa a terra della corrente elettrica, senza estintori ha fatto lavorare gli studenti minorenni dell’alternanza scuola lavoro.
Ci chiediamo se quello che dispone la chiusura del Leo Attili perché manca un certificato sia lo stesso Sindaco che aveva intenzione di far svolgere, ad agosto 2017, una festa in stile discoteca sempre nello stabile diroccato di Villa Bella. Una festa in cui centinaia di persone avrebbero ballato con musica a tutto volume, magari bevendo alcool. E ci chiediamo se il sindaco è lo stesso che in quella circostanza accusò le opposizioni di lavorare contro gli interessi del paese perché, come era loro diritto e dovere, si erano avevano rivolto un’interrogazione in cui chiedevano conto delle condizioni in cui versava lo stabile in termini di sicurezza delle persone.
Ci chiediamo se quello che dispone la chiusura del Leo Attili perché manca un certificato sia lo stesso Sindaco che si rifiutò di mettere subito in sicurezza i bambini che frequentano le scuole di Tagliacozzo, alle quali non manca solo un certificato che ne certifichi la sicurezza bensì, si noti la differenza, sono state certificate essere insicure. Lì il Sindaco dichiarò “non tamponabile” il rischio e chiese ai genitori che chiedevano sicurezza di assumersi la responsabilità di aspettare le calende greche del nuovo polo scolastico.
Ci chiediamo se quello che chiude il Leo Attili perché manca un certificato sia lo stesso Sindaco che ha tacciato di allarmismo e terrorismo le opposizioni quando queste hanno posto domande sul destino del Punto di Primo Intervento dell’Ospedale di Tagliacozzo, condannato a morte dal piano sanitario scritto dall’ex presidente della Regione Luciano D’Alfonso, sponsor politico di questa amministrazione comunale.
La risposta, dopo anni in cui Giovagnorio non ha fatto altro che raccontare ai tagliacozzani mezze verità e conclamate bugie, è semplice: la volontà politica del Sindaco è quella di dismettere il Leo Attili senza discutere con la comunità, senza vagliare soluzioni alternative, cercando di farla passare come una scelta ineluttabile; una volontà che nasce dalla scelta, pure questa non condivisa, di posizionare in quel sito il futuro campus scolastico: un’opera dalle coperture economiche incerte, sovradimensionata, che poteva e doveva essere pensato diversamente e altrove, e che comunque non risolverà tutti i problemi dell’edilizia scolastica.”
I consiglieri comunali del gruppo Tagliacozzo Unita
Vincenzo Montelisciani, Romana Rubeo
Calcio
Tagliacozzo vs Plus Ultra: incontro a porte chiuse allo stadio ‘Leo Attili’

Si disputerà oggi 3 marzo la partita tra Plus Ultra di Trasacco e Tagliacozzo allo stadio ‘Leo Attili’, non potranno però essere presenti i tifosi.
Sarà una partita particolare quella di domani per le due squadre calcistiche che dovranno combattere per la vittoria senza, però, l’appoggio e il calore dei loro sostenitori. Incontro a porte chiuse allo stadio di Tagliacozzo ‘Leo Attili’, la decisione di negare l’accesso al pubblico sarebbe stata presa a causa dell’inagibilità dello stadio.
«Questo è ciò che ci impone la legge, l’ordinanza emessa dal sindaco prevede che la partita si disputi senza, però, la presenza del pubblico. – ha dichiarato il Presidente della squadra del Tagliacozzo Vincenzo Mastroddi – La causa è l’inagibilità di alcuni punti dello stadio per cui la legge prevede che la partita si possa giocare, a condizione che resti limitata solo agli atleti, ai tecnici e ai direttori di gara».
Altri Sport
CONTRO IL MONTORIO UNA SCONFITTA PESANTE (1-4), MA CHE NON ARRESTA IL PERCORSO DI CRESCITA

Abruzzo
L’ENTUSIASMO DI BARROW: “STAGIONE POSITIVA. IL MIO SOGNO? DIVENTARE UN PROFESSIONISTA”
